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Il Colosseo
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Il Colosseo o L'Anfiteatro Flavio

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Venerando Beda (VII-VIII secolo):
"quamdiu stat Colysaeum stat et Roma, quando cadet et Colysaeum cadet et Roma, quando cadet et Roma cadet et mundus"
"finché starà il Colosseo starà Roma. Quando cadrà il Colosseo finirà anche Roma. Ma quando Roma finirà finirà anche il mondo".

 

 
             

 

Cronologia
72
Vespasiano inizia i lavori dell'Anfiteatro Flavio - vennero impiegati nella sua costruzione dodicimila ebrei prigionieri
79
Morte di Vespasiano
80
Inaugurazione di Tito (figlio di Vespasiano) con ilnome di Amphitheatrum Caesareum. I giochi che organizzò in quell'occasione durarono cento giorni. Ai duelli fra giadiatori e alle corse si succedettero combattimenti fra uomini e animali feroci. 5000 bestie furono uccise. Vennero addirittura simulati combattimenti navali, le naumachie, per cui si dovette inondare l'arena.
81-96
Domiziano fece terminare le decorazioni dell'edificio
 
217
daneggiato il lato NE da fulmini che provocarono un incendio
249
per festeggiare il millenario della fondazione di Roma. si affrontarono 1000 coppie di gladiatori. In quell'occasione furono uccisi 32 elefanti. una decina di tigri e oltre 50 leoni, provenienti dalle provincie imperiali.
404
per decreto di Onorio furono aboliti i scontri tra gladiatori
 
442
daneggiato da terremoto
438
sotto Valentiniano III terminano i giochi dei gladiatori
 
508
daneggiato da terremoto
 
VI secolo
vengono aboliti le giostre con animali.
523
ultimo spettacolo venatorio tenutosi sotto Teodorico e inizio rovina del Colosseo che diventa una cava di materiali da costruzione
VII secolo
prende il nome del Colosseo dalla vicina, colossale, statua bronzea di Nerone ispirata al Colosso di Rodi, opera di Chares di Lindo del III secolo a.C
 
XII-XIII secolo
diventa la fortezza dei Frangipane e passò poi agli Annibaldi
 
851
terremoto che causò la caduta di due ordini di arcate
 
1143
il ricostituito Senato della città avocò nuovamente a sé alcuni monumenti
1154
Federico Barbarossa abolì il Senato ed i Frangipane riacquistarono tutte le loro proprietà
Quando invece i Papi si trasferirono ad Avignone, la zona divenne sede di briganti, ladri e prostitute ed al loro ritorno la Confraternita del SS. Salvatore ad Sancta Sanctorum fu investita del compito di risanare la zona. In cambio la Confraternita ottenne una parte dell’anfiteatro, come oggi testimonia lo stemma con l’effige del Salvatore sulla chiave dell’arco d’ingresso verso il Laterano
 
1231
daneggiato da terremoto
 
1255
daneggiato da terremoto
 
1312
I'lmperatore Enrico VII di Lussemburgo lo donò al popolo romano
 
1349
daneggiato da terremoto
 
XV secolo
l'edificio subì i danni più gravi: divenuto una vera e propria cava di travertino, fornì materiale da costruzione per il Palazzo Venezia, quello della Cancelleria, il Palazzo Barberini, la Chiesa di San Pietro in Vaticano, la facciata della Chiesa di Sant'Agostino e il Porto di Ripetta
 
XVI secolo
fu un periodo tragico per i monumenti antichi di Roma: addirittura papa Sisto V progettò la demolizione del Colosseo, ma effettuò solo quella del vicino Settizodio, inserendo invece il nostro nel percorso delle sette Basiliche romane attraverso te strade che portavano rispettivamente al Laterano, al Campidoglio ed al Quirinale. In seguito lo stesso Papa decise di trasformarlo in un’area produttiva, creando nuovi posti di lavoro ed installandovi una filanda: il progetto prevedeva le aree produttive al piano inferiore, le abitazioni e le botteghe ai piani superiori, ma per fortuna rimase sulla carta di Domenico Fontana, poiché il Papa morì prima del via
 
1703
daneggiato da terremoto
 
1719
diventa luogo consacrato e vi sorgeranno le edicole della Via Crucis istituitavi da Benedetto XIV
1740
Pio IX lo consacrò alla Passione di Gesù dichiarandolo sacro per il sangue versato dai Martiri, secondo la tradizione allora accettata, e vi fu alzata una gigantesca croce.
 
1743
venne costruita una chiesa dentro l’arena:i S. Maria della Pietà, restaurata da Benedetto XIV
 
1750
nell’arena fu realizzata una Via Crucis
 
1800
inizio veri e propri interventi conservativi
 
1807
primo restauro di Pio VII
 
1810
la commissione di restauro diede la precedenza al Colosseo ed al Foro, affidando gli incarichi a Camporesi e Valadier: si eliminò la terra che lo circondava e ricopriva le scale interne, furono costruiti nuovi muri di sostegno.
1815
Pio VII continuò i lavori, modificando però il progetto nella parte che prevedeva la demolizione delle zone pericolanti: si inserì invece la costruzione di uno sperone all’estremità dell’ellisse verso il Celio, una soluzione solida ed economica
 
1822
Leone XII affida sempre al Valadier la costruzione di un altro sperone, quello verso la Meta, e questa volta l’architetto riprende la teoria degli archi, continuandoli in numero decrescente dal basso verso l’alto, ricoperto di travertino tranne che in alcuni punti nodali, quali i pilastri del pianterreno, le imposte degli archi, le basi delle colonne e dei capitelli
 
1870
Pietro Rosa, direttore della Real Soprintendenza agli scavi ed alle antichità, eliminò dal Colosseo "il pittoresco ammanto di verdura", stimato in circa 400 specie diverse
 
1871
il piano regolatore destinò queste aree a zona residenziale
 
1992

ultimo intervento

2000
il colosseo diventa un immagine della nuova moneta europea


La Struttura


E' posto nella valle tra Palatino, Esquilino e Celio, in un area che precedentemente aveva fatto parte dell'immensa Domus Aurea neroniana.
Vespasiano, il primo imperatore della dinastia- Flavia. decise di destinare ai divertimenti pubblici una parte del vastissimo spazio occupato dalla Domus Aurea. Nel luogo in cui era situato il laghetto della casa di Nerone egli fece edificare il più grande anfiteatro del mondo romano, destinato ad ospitare favolosi spettacoli.
Dopo aver prosciugato laghi artificiali che si trovavano dove ora c'è il Colosseo, gli architetti fecero colare la pozzolana (bitume fatto con sabbia di origine vulcanica) spessa 7,50 metri.

I muri circolari furono costruiti in tufo (pietra vulcanica) e furono costruite per ovviare al problema dell'enorme mole, piccole cupole che sostenessero i corridoi e le gradinate.
Materiale: 100.000 metri cubi di travertino e 300 tonnellate di grappe di ferro poi strappate nel Medioevo lasciando i fori che ancora si vedono, con marmo all'interno, tufo, mattoni e calcestruzzo, le Colonne invece sono: doriche, ioniche e corinzie.
Nel complesso sistema sotterraneo si svolgevano le attività connesse cogli spettacoli e trovavano posto i montacarichi per il sollevamento degli animali e delle attrezzature sceniche sul piano dell'arena.

FondazioneGru RomanaSotteranei


Dimensioni

Esterno
Circonferenza 527 m
Altezza 57 m
  Area 19.000 mq
Interno

Capienza
70.000 posti
Asse maggiore ellisse 188 m
Asse minore ellisse 156 m
Porte Esterne 80
4 Piani: i primi 3 costituiti da arcate inquadrate da semicolonne, il quarto piano e' scompartito da lesene e vi erano inseriti i pali che sorreggevano il grande velario a spicchi per riparare gli spettatori dal sole.
Arcate totali su 3 piani: 240
  Entrate principali 4
Arena 76 m x 46 m
   


Il Pubblico

La distribuzione dei posti avveniva nei cinque settori in cui era suddivisa la cavea ed erano assegnati alle diverse classi sociali, il cui grado decresceva con l'aumentare dell'altezza: dal maenianum primum al maenianum summum in ligneis - il settore più alto, destinato alla plebe. Al centro dell'asse maggiore era il pulvinar, il palco dell'imperatore; a questi era riservato anche un passaggio particolare, ipogeo, ricavato nelle fondazioni dell'edificio, noto come "passaggio di Commodo". Il Pubblico non pagava ma esistevano delle tessere date in omaggio con il posto assegnato, sopra ognuno degli archi superstiti e' ancora indicato il numero progressivo, che corrispondeva al numero del biglietto (tessera) di cui ogni spettatore era munito. Un sistema complesso, simile a quello dei moderni stadi, permetteva la rapida evacuazione degli spettatori, lasciandolo in soli 3 minuti attrverso gli 80 ingressi.



I Giochi


In origine avevano per i Romani il carattere di cerimonia religiosa e costituivano un rito destinato a garantire alla città la benevolenza degli dei. Per lungo tempo il pubblico vi partecipò, a testa nuda. come ad un sacrificio. Cesare fu criticato per aver letto la corrispondenza nell'arifiteatro e Svetonio, il biografo degli imperatori, rimproverò aspramente a Tiberio il fatto di non amare i giochi.
In quella che fu la più grandiosa arena del mondo antico, si svolgevano i combattimenti gladiatori (munera) e gli spettacoli di caccia (venationes),si eseguivano anche esecuzioni capitali e, inizialmente, battaglie navali.
Non e' provato storicamente che vi sia avvenuto il martirio di nessun cristiano, che invece avvennero nel Circo Massimo e nel Circo Neroniano, dei quali quasi non restano più tracce.
Oggi il Colosseo viene illuminato ogni volta che nel mondo viene sospesa una pena capitale.
Generalmente i giochi duravano dall'alba al calar della notte. Gli spettacoli erano vari. Alcuni, di crudeltà estrema, inondavano l'arena di sangue. Altri, come la presentazione di animali addestrati, ricordavano i numeri circensi.
Sull'asse lungo era la porta libitinaria, da dove venivano portati fuori i cadaveri. Non é storicamente provato che tra i divertimenti vi fosse quello di far mangiare i cristiani dalle belve, tuttavia la scena di vergini e apostoli che gettati nell'arena, affrontano la morte pregando ci è stato trasmesso da antichi mosaici ed è il punto culminante di romanzi famosi come Quo Vadis e la scena madre del film Ben Hur.
Cerchiamo, ora, di immaginarci questo immenso circo, capace di oltre 50.000 spettatori, durante uno di quegli spettacoli, in cui la folla era eccitata dal sangue dei gladiatori e dalla ferocia delle belve. Il primo rango, sfolgorante di marmi, costituito dal podio, comprendente il palco imperiale, solenne, grandioso, nel quale, in mezzo alla sua corte, troneggiava l'Imperatore, arbitro della vita e della morte dei gladiatori abbattuti; e intorno al Cesare onnipossente, i senatori, i pontefici, le vestali e gli alti magistrati, che assistevano a quegli spettacoli orrendi come a un rito solenne; poi tre gradinate monumentali, rigurgitanti di pubblico, riservate, la prima ai cavalieri, la seconda ai cittadini romani, e la terza al popolo; e in alto, al disopra di una terrazza, dalla quale altri spettatori assistevano allo spettacolo in piedi, un immenso velario di porpora, manovrato da un reparto della flotta romana di Miseno, distaccato appositamente a Roma, che tingeva d'una colorazione vermiglia i marmi delle tribune e la massa togata degli spettatori. Ma se possiamo immaginare la pompa del circo prima che dalle gabbie sottostanti balzino nell'arena le fiere, e prima che i condannati escano dalle tetre prigioni sotto la sferza delle frustate, mentre l'immensa folla si agita come una marea ondeggiante, avida di sensazioni violente, o se possiamo immaginare questa stessa folla sfociare frenetica, dopo lo spettacolo, dalle immense arcate, come belve aizzate, e riversarsi per le piazze e le vie, o nei lupanari della città, ebbra di sangue e avida di piacere e di libidine, la nostra mente non può più concepire spettacoli che oggi ripugnerebbero troppo alla nostra sensibilità e offenderebbero troppo i nostri sentimenti. Forse per questo il Colosseo preferiamo vederlo nel suo aspetto attuale, come appare venendo da Via dei Fori Imperiali, o meglio ancora, dal Tempio di Venere e Roma, con la nobile sagoma che milioni e milioni di riproduzioni hanno diffuso in tutti i Faesi del mondo, e all'interno, come una gigantesca fortezza smantellata, o in una notte di plenilunio, tutte luci e ombre, nel silenzio profondo e la calma solenne delle limpide notti romane, come amavano vederlo gli artisti, i poeti e i romantici dell'Ottocento.


Miti


Davanti al Colosseo, che con la sua massa imponente sembra sfidare indomito qualsiasi pericolo, l'usanza vuole che si citi la profezia che il Venerabile Beda, monaco e storico inglese, fece all'inizio dell'VIII sec.: "Finché esisterà il Colosseo esisterà Roma; quando cadrà il Colosseo finirà anche Roma: ma quando cadrà Roma finirà anche il mondo."

Alcuni miti sul Colosseo sono poi clamorosamente da sfatare: non è documentato il martirio di alcun cristiano, né per mano dei gladiatori né per opera delle belve feroci, e questo contrariamente a quello che mostrano alcuni film presunti storici. E nonostante questo, nel XV secolo Benedetto XIV lo dichiarò sacro nel ricordo di supposti martiri. Un’altra curiosità è dovuta al fatto che gli architetti del Rinascimento tesero a vedere nella struttura del Colosseo il compendio dell’architettura romana ed il modello degli ordini classici, quando in effetti si trattava di un monumento realizzato con tecniche e tradizioni che si avvicinavano all’esaurimento: l’ultimo monumento simile per stile e materiali è lo stadio di Domiziano, posto al di sotto dell’attuale piazza Navona. Spesso, poi, l’anfiteatro viene ricostruito con una miriade di statue nei fornici dei tre ordini di arcate, ma di queste non vi è attualmente alcuna traccia archeologica. Ancora, nonostante sia un’opera famosa nel mondo da sempre, il nome del suo architetto è ancora avvolto nel mistero: secondo gli studiosi ci sono diverse ipotesi, o Rabirio, architetto di Domiziano ed autore del suo palazzo sul Palatino, un tal Gaudenzio, ricordato su un’epigrafe cristiana rinvenuta a Sant’Agnese, ucciso da Vespasiano per la sua fede in Cristo, oppure un liberto germanico. Anche per il trasporto dell’incredibile quantitativo di travertino c’è da stupirsi: questo proveniva dalle cave di Tivoli e per l’occasione venne realizzata appositamente una strada larga circa 6 metri ove transitarono i più di 100.000 metri cubi di travertino lavorato, ma rifinito solo nella valle del Colosseo; per imperniare tutti questi blocchi, vennero impiegate solo 300 tonnellate di metallo. La complessità dell’organizzazione e del lavoro realizzato elimina poi totalmente quella leggenda per la quale 15.000 ebrei, deportati dopo la conquista di Gerusalemme, sarebbero stati utilizzati per la realizzazione di quest’opera. E complesse erano anche le condotte fognarie: non solo venne costruito tutto un sistema per permettere il deflusso delle acque dopo le naumachie, ma quando queste vennero interrotte i collettori corrispondenti vennero pavimentati e cambiati nella pendenza per ricavarne aree di carico e scarico. In seguito, lo scavo dei collettori nord e sud ha portato alla scoperta di elementi utili per la ricostruzione della vita "quotidiana" dell’anfiteatro: noccioli di frutta, semi, reperti ossei, stoffe e frammenti di legno. Dalle ossa si è compreso come negli spettacoli venissero utilizzati animali esotici quali i leoni, gli orsi e le pantere, mente le più comuni galline, maiali, cani, buoi e cervi venivano utilizzate per sfamare il personale dei giochi. Anche spianare la sabbia fra un combattimento e l’altro era un lavoro pericoloso: Marziale racconta di due poveretti che furono sbranati da un leone sfuggito ai bestiarii. Tra l’altro, pare che il termine "arena" rivolto al Colosseo derivi proprio dall’usanza di spargere la sabbia sulla pista prima degli spettacoli. Un ritrovamento ha incuriosito molto gli studiosi: nel 1776 fu ritrovato li basamento marmoreo di un anemometro. Si trattava di un blocco sagomato a prisma dodecagonale con incisi i diversi punti cardinali ed i venti che da essi provenivano. Secondo un’altra leggenda, nel Medioevo ed in parte del Rinascimento dovette ospitare demoni e streghe: addirittura Benvenuto Cellini si trovò invischiato in una faccenda simile quando al suo interno invocò gli spiriti perché gli restituissero la bella Angelica, siciliana di cui si era invaghito.